Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/148

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Annuí, ma forse solo per calmare l’amico. Non parve agitato all’idea del pericolo corso o che poteva correre. Disse: «La vita è lunga, sí, molto lunga e molto pericolosa».

Il Maier sentiva che l’altro non sapeva mettersi nei suoi panni e non ne avrebbe provata ira perché tutti sanno come sia difficile anche solo di pensare il freddo di cui altri soffre quando si sta nel dolce caldo, ma s’accorse che intanto che il Reveni parlava la moglie lo guardava con un sorriso proprio di fiducia, d’abbandono. Pareva dicesse: “Curiosa supposizione! No! Tu non sai sbagliare!”.

E perciò la sua antipatia per quella signora s’accrebbe di tanto che non volle piú sopportarne la vicinanza. Si levò e si costrinse ad un atto di cortesia verso la signora. Le porse la mano dicendole che un affare di premura lo costringeva ad andarsene. Aveva deciso di andare il giorno appresso nell’ufficio del Reveni e non piú per domandargli un soccorso ma solo unicamente per convincerlo che la vita era lunga e che non era da condannarsi un uomo di cui un giorno, un solo giorno dei tanti, era stato insensato. Porgendo la mano alla signora volgeva la schiena al Reveni che improvvisamente emise un suono strano. Con la voce un po’ piú bassa del solito, nel piú quieto modo disse una parola incomprensibile. Il Maier poi si sforzò di ricordarla ma non vi riuscí perché è difficile ricordare un seguito di sillabe prive di senso. Egli si volse con curiosità mentre la signora corse al marito per domandargli con spavento: «Che hai?».

Il Reveni s’era abbandonato sulla poltrona. Ma ancora dopo un istante seppe rispondere alla moglie chiaramente come se si fosse rimesso: «Ho un dolore qui!» movendo la mano che non arrivò al cenno voluto ma che si sollevò dal bracciale della poltrona. Poi piú nulla e stette inerte il capo abbandonato sul petto. Emise ancora un sospiro che parve lamento e nulla. La signora lo sosteneva urlandogli nell’orecchio: «Giovanni! Giovanni! Che hai?».

Il Maier si asciugò gli occhi delle lagrime che li avevano bagnati per la sciagura propria e si volse all’amico. Intanto indovinò subito di che si trattava ma era ancora tanto compreso