Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/176

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«Io so far denari e tu sai risparmiarli!». Ecco che molti erano soddisfatti di quella felicità di Gerardo.

Vincenzo invece era assorto nella contemplazione della propria grandezza futura. Il padre aveva avuta una sola buona idea ma egli doveva a quel padre e a quell’idea la felicità della propria vita. Se quel padre non avesse avuto quell’idea ecco che Vincenzo sarebbe stato attaccato da lungo tempo all’aratro accanto a qualche altro asino. Ma egli era tediato da quel piccolo orgoglio che gli sembrava strano, spropositato. Il padre troppo spesso parlava della fiducia che in lui riponevano altri negozianti o consumatori di vino. «Quando il vino passa per le mie mani aumenta di sapore e di valore.» Per le mani pulite di Vincenzo invece non passava niente e per la sua testa la propria immagine convertita in quella di un grande ammirevole condottiero. Ora mentre Vincenzo per l’orgoglio del padre non aveva che un sorriso distratto e stanco, il vecchio invece si compiaceva dell’orgoglio del figliuolo altrettanto legittimo quanto quello di un buon lustrascarpe: Vincenzo era un buon scolaro. Passava trionfante traverso tutte le classi. «Io faccio denari» diceva il buon vecchio «e tu farai sicuramente qualche cosa d’altro.»

I fastidii cominciarono quando Vincenzo abbandonò la scuola. Intanto volle entrare in un’accademia militare. Era la via piú breve per sbalzare il re dal trono e mettersi al suo posto. Curioso come il re era lontano anche dall’Accademia Militare. Vincenzo aveva da fare con tenenti e sottotenenti i quali in complesso per molto tempo lo amarono e stimarono come avevano fatto i professori del Liceo. Poi un bel giorno Vincenzo perdette la pazienza. La lotta per la vita incombeva. Non si trattava piú di apprendere, ma bisognava presto di venire. Un bel giorno perdette di rispetto nel modo piú grossolano ad un tenente. Fu rinchiuso, minacciato delle piú gravi punizioni e fu felice quando con l’aiuto del padre che da furbo vinaio quale era lo dichiarò mentecatto dalla gioventú in su, poté ritrovarsi a casa propria sano e salvo e spoglio della montura militare.

Vincenzo fece anche per qualche mese il mentecatto. I due