Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/179

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pure si sentiva bene di tenersi accanto una persona tanto ragionevole da adorarlo. Aveva tutto il tempo vuoto tanto di doveri che poteva impinzarlo dei suoi sogni di imperatore. Ma gli pareva che ciò gli spettasse.

La madre che anch’essa aspettava pazientemente che da tanta larva uscisse l’utile animale atteso lo spinse a prender parte alla vita politica locale. L’ambiente era piccolo, ma si poteva sperare di riuscire ad un ambiente un po’ piú grande, cioè Roma... e di là... E i sogni s’animavano da quell’intenzione di fare il primo passo. E lo fece il primo passo con manifestazioni altezzose e sdegnose contro l’amministrazione locale. Fu interrotto da uno scappellotto. Ma quale scappellotto! Una mano grossa e potente aveva addirittura abbracciato una parte della sua testa tanto compassata e vi era piombata con tale veemenza che il collo cedette e non bastò per attutire il colpo. Anche le gambe cedettero e non bastò neppure, tanto che Vincenzo finí proprio col naso per terra. Lo rialzò subito e guardò il suo avversario. Egli non capiva nulla fuori che gli era stato fatto un torto enorme. Quel barbaro, in confronto suo nient’altro che un verme, aveva osato tanto! Egli lo guardò solo apparentemente inerme perché il suo odio andò ad alimentare la fiamma gialla che gli guizzava nell’occhio. Cosí nacque il suo malocchio. Vi contribuí il suo volere di bestia abbattuta, il suo desiderio di vendetta proporzionato al danno enorme che gli era stato fatto: Un ulteriore ritardo nella sua ascensione. Si rialzò e fu l’altro che gli rilasciò per primo il suo biglietto. A Vincenzo parve un’irrisione e guardò, guardò! La guancia gli si era enfiata e un occhio divenuto piccolo s’ostinava a non chiudersi.

Prima che s’arrivasse al duello il suo avversario ammalò per una puntura d’insetto e pochi giorni appresso morí.

Vincenzo veramente non aveva la piú lontana idea di averlo ucciso lui. Sapeva darsi l’aria di rimpiangerlo e senza grande fatica. Vincenzo non era un cattivo uomo e per creare quel suo malocchio cui il suo destino d’inerte ambizioso aveva create le premesse era bensí occorso il suo volere il suo malanimo. Ma questo malanimo c’è in tutti coloro che rice-