Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/178

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tuto commettere tanti errori. Leggeva anche i giornali e ogni numero confermava nel suo animo la convinzione che tutte le persone di cui vi si parlava erano indegne o deboli.

Vincenzo aveva cura del proprio aspetto; portava dei grandi mustacchi bruni cui dedicava molta cura ed in complesso nulla lo distingueva dal comune, dal comunissimo degli uomini fuorché una certa sua aria fatale che gli si appioppò sulla faccia come una maschera. Certo è che quando gli altri si entusiasmavano egli subito si ritirava leso nel proprio orgoglio. Aveva un gesto curioso allora. Metteva la mano sulla bocca come per celare uno sbadiglio ed il suo occhio diventava torvo, torvo. Le palpebre si contraevano come per coprire quell’occhio che però restava aperto tanto da lasciarvi entrare le immagini e uscirne una piccola fiamma gialla in direzione dei corpi che quell’immagine avevano prodotta. Era arrivato ad un’epoca in cui aveva spesso motivo di sbadigliare. Guardò con uno sbadiglio da sgangherarsi le mascelle dietro ai primi velivoli a cui rimproverava la poca stabilità. Osservazione giustissima cui seguiva subito nel suo grande animo la speranza di scoprire lui il mezzo per renderli piú sicuri. I dirigibili lo affievolirono fino a dormire in piedi ma contrassero il suo occhio tanto che traverso la fessura che le palpebre lasciavano non si vedeva che il bianco coperto dalla solita luce gialla. Poi venne il premio Nobel che a lui non capitò giammai. E in fondo gli pareva un’epoca ipocrita la nostra col suo aspetto di non domandare altro che dei grandi condottieri ed in realtà evitandoli e soffocandoli.

Con tutto ciò Vincenzo nel piccolo àmbito della sua città natale era un uomo fortunato e perciò invidiato. Tutti gli dicevano ch’era nato con la camicia ed egli non lo credeva e si sentiva pieno di rancore perché gli pareva che gli parlassero cosí per indurlo a credere di avere piú di quanto meritasse. Egli aveva tutti i denari che potesse desiderare; i genitori non domandavano altro che di dargliene. A lui non importava. Una bella e ricca giovinetta restò ammaliata dal suo occhio bruno nel quale brillavano dei riflessi gialli ed egli consentí di farla sua. Non gl’importava tanto dell’amore ma