Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/218

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Un giorno, in Corso guardava distrattamente intorno a sé e calcolava come il prezzo di certi imballaggi in certi istanti modificavano il prezzo di una merce. Egli ritirava certe merci in vagone, le faceva imballare sul posto e le riesportava. Ora l’imballaggio era aumentato ma ciò non poteva avere altra conseguenza che di spingerlo alla ricerca di un utile maggiore ed egli sorrideva vagamente al suo utile e al suo successo.

«Tu a Trieste?» gli disse qualcuno ch’egli aveva forse guardato ma non ravvisato. Lo riconobbe: Il vecchio Miller. Non lo aveva visto forse da dieci anni. Eppure erano stati molto intimi molti anni prima quando Erlis era un ragazzo e il vecchio che ora doveva contare oltre i 70 anni un uomo molto maturo. Miller era il padre di un cognato di Erlis. La sorella di Erlis era morta giovanissima di parto lasciando una bambina che pochi anni appresso era morta anch’essa di difterite. Il vedovo abbandonò la città, si sposò un’altra volta e cosí avvenne un totale distacco fra le due famiglie quando i genitori di Erlis erano ancora vivi. Anche il vecchio Miller doveva aver passato parecchi anni lontano da Trieste in casa del figliuolo. Un po’ bizzarro ed esigente — come Erlis aveva appreso da certi amici comuni — il vecchio non aveva saputo andare d’accordo con la nuora ed era ritornato a Trieste ove viveva di una pensione non grande ma sufficiente ai suoi bisogni. I Miller erano stati importanti nella vita giovanile di Erlis. Quel vecchio da uomo pratico lo aveva qualche volta stimolato ad abbandonare i suoi sogni di letteratura e dedicarsi alla vita pratica. Anche il giovine cognato lo aveva spinto a maggiore serietà nella vita. Egli aveva tollerato le loro istruzioni che allora credeva sbagliate sapendo che lo amavano. Dal canto suo egli li aveva assistiti fraternamente nelle loro tante disgrazie. L’ultima, la morte della bambina aveva fatta un’enorme impressione ad Erlis e l’aveva descritta ed analizzata piú volte in certi abbozzi di novelle che non aveva mai terminate e che giacevano tuttavia indistrutte in un suo cassetto la cui esistenza era ignorata persino dalla moglie. In allora non si era conosciuto ancora il medicinale potente che oramai rende tanto meno pericolosa la difterite e non si era