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la scodella per me. La vita è fatta cosí: Prima bisogna pregare per avere le cose e poi ringhiare per conservarle.

Gli uomini hanno l’olezzo grande e sono grandi ma vi sono degli animali piccoli dall’odore grande ed è l’odore che non inganna. Vi è la piccola cagnina Tití che ha il grande olezzo della vita e dell’amore. Due Tití poste una sull’altra non arriverebbero alla testa – se eretta – di Argo. Eppure, cosí piccina, essa è una cosa molto importante a questo mondo e nella vita di Argo. Il padrone che nel resto è fatto come me, non corre dietro a Tití ed io lo lascio accanto a lei senza paura. Il suo odore me lo dice e non c’è piú dubbio: L’odore non mente. Guai se non fosse cosí e al padrone importasse di Tití: Non sarebbe piú il padrone, ma un oggetto da sbranare. Guai!


II


Un giorno sentii nell’aria l’odore di preda. L’odore non dice tutto della preda ma quando Argo l’ha sentito corre dal desiderio od ulula di paura. Non ha bisogno di vedere l’animale per prepararsi alla lotta o al godimento. È subito pronto. E quel giorno corsi spinto dal desiderio. Anna gridò che mi fermassi ma io non conosco dubbi quando la preda mi chiama se non c’è il padrone che mi trattenga.

Curiosa preda quella! Consegnava il suo odore solo al vento. Di solito tutte le stupide cose ne sono piene perché la bestia passando lascia dei segni dappertutto. Trema, palpita l’odore sui fili d’erba ed esala dalla terra nuda. Il padrone, quando c’è, incita, ma io so meglio di lui che traballa su due gambe sole mentre io ne ho tre. Poi son io che scopro la preda raggiunta ed il padrone l’abbatte. Ora essa giace là. Prima essa sapeva trattenere una parte del suo odore nel suo sacco di pelle e di pelo; ma ora che il sacco è squarciato la bestia è sincera. Comunica alla terra e all’aria tutta se stessa e intorno a lei tutto si avviva.

Correndo, quel giorno, sentivo di perseguire una bestia già sincera ciò che mi stupí perché le bestie sincere non sanno piú correre. Sulla via si movevano un uomo e un piccolo omino.