Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/234

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mentre egli rispondeva tutto il suo odio per me libero. Ora, ogni volta che passo accanto a quella bestia, per fargli sentire lo svantaggio della catena, lo provoco a debita lontananza. Egli addirittura perde la voce dall’ira. Io non m’avvicino di troppo. Non c’è scopo! Si può lasciarlo padrone di quel pezzo di terra. D’altronde è molto forte e ha il collo protetto da troppo pelo. Non capisco come ha potuto ribaltarmi con tanta facilità. La catena deve aiutarlo.

Ed Argo ha anche altri dolori che il resto del mondo non sa e non sente. Quando vede il padrone che carezza un altro cane, egli vuol bene al padrone piú del solito, ma un bene fatto di dolore. Perché accarezza altri: Non ha me? Forse lo fa perché Argo sia piú buono ed infatti se in quell’istante volesse qualche cosa da me, obbedirei piú presto che di solito. Ma egli di me non vuole e accarezza l’altro. L’odio per quest’altro è fatto anch’esso di dolore. Non è permesso di sbranarlo perché c’è il padrone eppoi ho paura di fargli vedere la mia ira perché potrebbe gioirne. Io mi caccio fra quell’intruso e il mio padrone per dividerli perché se sono divisi non soffro piú e vado fra di loro come per caso. Il padrone mi scaccia ma io ostinatamente continuo ad invadere quel piccolo tratto di terreno e scodinzolo simulando una gioia che sono ben lontano dal sentire. Perché questo è il dolore: Vorrei ululare per sollevare l’animo mio ma allora non ci sarebbe piú la speranza di allontanare quella brutta bestia dal mio padrone. Bisogna celare il dolore e procurare di tornar gradito. Poi quando l’altro finalmente se n’è andato, io ritrovo intero il mio padrone e il suo odore. L’altro non ne portò via niente. Ed io mi dico: Dunque fu stupido soffrire! Ma alla prossima occasione avviene esattamente la stessa cosa perché Argo è fatto per soffrire.

È però egualmente vero che Argo è il solo che sappia veramente godere e ridere. Quando si esce col padrone, specialmente se in quell’istante mi tolsero alla catena, il mio corpo diventa tutto gioia. So che il padrone quando vuol ridere chiude un poco gli occhi ed apre la bocca. Ma la gioia da me è altra cosa. Mi getta di qua, mi getta di là, e faccio senza