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VII


L’uomo è un animale molto piú semplice del cane perché sente di piú e piú facilmente. Quando incontra un altro uomo gli tocca la mano e sembrerebbe quasi di non curarsi di quanto sta dietro di questa mano. Invece Argo quando incontra un altro cane avvicina prudentemente la parte dentata del proprio corpo a quella sdentata dell’altro ed annusa. Sorveglia e subito minaccia. Poi l’altro, se è un buon diavolo, deve dimostrare la sua fiducia e abbandonare il dosso ad Argo che lo investighi tutto. Infine Argo trova equo sottoporsi alla stessa operazione anche lui. La difficoltà sorge quando nessuno dei due vuol essere il primo a concedersi inerme alla visita e si finisce con l’addentarsi. Talvolta anche la visita pur iniziata con una benevolenza reciproca può finir male. E allora è difficile dire perché scoppiò la lotta. Si tratta di un odore nemico che raggiunge improvvisamente il tuo naso e ti sconvolge la mente per odio. “Ti trovo infine?” ci si domanda aggredendo con voluttà. E c’è il dubbio che non si tratti proprio di quello lí, ma l’odore è proprio quello: Nemico e spiacevole. E quando c’è l’odore l’errore non è possibile o almeno ci vorrebbe molto tempo per sapere meglio mentre non è prudente aspettare d’essere aggredito. L’odore parla chiaro: Impone di aggredire o anche ti fa prevedere l’imminente aggressione ciò ch’è lo stesso. Quando, poi, si comincia ad addentarsi, i dubbi scompaiono. Forse le ferite giovano alla chiarezza. Il sangue zampillante grida le sue intenzioni.

Io atterrai, un giorno, un cane e l’avrei strangolato se il padrone non fosse sopravvenuto. Incontrai di nuovo quel cane un giorno che il padrone non c’era e volontieri l’avrei assaltato. Ma egli si gettò a terra con le zampe all’aria ed io lo risparmiai trovando che il suo odore era mutato, ciò che prova che una buona lezione serve anche agli odori. Da allora, ogni qualvolta lo incontro, si lascia mitemente investigare da me e trovo sempre il suo odore buono e amico. Ma io non mi lascio piú annusare da lui. Non c’è scopo e sarebbe