Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/327

Da Wikisource.

verano la mia distrazione, la mia incapacità di ricordare nomi e persone. Ma piú o meno marcati tali difetti li ebbi sempre e se sono difetti da vecchio allora è provato ch’io seppi sopportare la vecchiaia non appena nato mentre Valentino ne fu ucciso a 40 anni.

Valentino morto, restammo a bocca aperta dinanzi alle manifestazioni di dolore di Antonia. Dapprima l’ammirammo tutti. Ci commoveva fino alle lacrime, e l’opera sua fu tale ch’io posso dire che mai piansi sí a lungo un morto come mi avvenne per il povero Valentino. Persino Carlo e Alfio i due giovini che piú avevano deriso la pesantezza e lentezza del defunto, dimenticarono la loro antipatia per amarlo nel dolore di Antonietta. Chi ricordava piú di chi fosse vedova? Il destino l’aveva abbattuta orrendamente. Ognuno era pronto ad assisterla e compiangerla.

Ma dopo una settimana Carlo protestò per primo vedendo che il dolore di Antonietta invece che mitigarsi andava sviluppandosi nelle forme e nelle parole, cioè faceva sí che il lutto copriva tutti, oltre ad Antonietta ed Umbertino sul quale il color nero si faceva gaio gaio per accompagnarsi alle sue capriuole anche me Augusta ed Alfio e la mia automobile, e che Antonietta scopriva ogni giorno nuove ragioni per piangere piú dirottamente e costringerci a torturarci per spremere delle lacrime da vasi oramai asciutti. Carlo era stato tanto buono nella prima settimana, tanto dolce che ad Antonietta poi mancò e non vedendolo piú gli serbò un rancore cui dapprima anche Alfio s’associò. Ma subito dopo anche Alfio non seppe piú accompagnarsi a tanto dolore e restammo soli a piangere il povero Valentino io, Augusta e Antonietta. Per sostituire i due assenti Antonietta urlò di piú. Inventò parole nuove per descrivere con maggior efficacia la grave inaudita sventura toccatale ma con una di tali invenzioni mi ferí profondamente. Ogni giorno, come mi vedeva, esclamava: «Il destino, prima di ucciderlo, lo disonorò invecchiandolo». Io mi ritirai anch’io, offeso. La vecchiaia un disonore! Doveva esserci stata la guerra mondiale per inventare una cosa simile. Dovetti poi spiegare ad Augusta la ragione della mia assen-