Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/35

Da Wikisource.

volta che gli era corsa dietro, ma perché aveva dimenticato di dirgli che la signora Luisi lo pregava di avvertire il gioielliere di Venezia che essa tratteneva il filo di perle offertole e che il signor Luisi avrebbe provveduto fra pochi giorni al pagamento.

Poi, sempre sorridendo, gli domandò: «Ricordi ancora quello che hai nella tasca di petto?».

L’Aghios portò subito la mano a quella tasca e, trovatala gonfia, ricordò: «Non dubitare! Ci penso sempre».

Ma qui essa non gli credette, perché s’era accorta che per ricordare di aver seco una somma forte di denaro, egli aveva dovuto toccare quella tasca. E s’impensierí, per i denari e non per lui. «Ho fatto tanto male di lasciarti partire solo.» Si guardò irresoluta in giro. Poi sospirò: «Già! Ora non c’è piú tempo».

Erano ambedue contenti che non ci fosse piú tempo, ma il signor Aghios era anche adirato di sentirsi trattare quale un bambino. «Pensi forse ch’io perderò il denaro?» domandò risentito. «M’hai trovato distratto cosí perché proprio pensavo di fare un giro per Trieste per vedere se non potevo trovare il denaro piú a buon mercato per la rinnovazione di parte del nostro debito.» E mentre parlava guardò ancora una volta il camino della lontana locomotiva donde continuava a sbucare del fumo denso. Non era che fumo informe ora, non teste, non minaccia, non spavento.

«È una leggerezza di viaggiare con tanto contante in tasca» disse ancora la signora con voce calda che domandava scusa.

Sí! Era una leggerezza. Dal giorno prima avevano deciso di comperare un vaglia, anche per rendere quella tasca piú leggera. Ma lo aveva disturbato di andare con quel denaro alla banca e aveva rimandato quell’operazione fino a quel giorno stesso. Poi, sul piú bello, erano venuti a trovare il figliuolo tre giovini che con lui studiavano. Il vecchio s’era incantato a star a sentire i loro piani per l’avvenire ora che avevano finiti gli studii. Egli non avrebbe aperto bocca per paura di sentirsi correggere da quei dotti, ma ricordava che all’u-