Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/412

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sicuro di sé. «I bolli non hanno importanza» disse. «È bensí vero che io le avevo dato tempo per rifletterci fino a ieri alle otto della mattina. Ma non importa. Io troverò sempre a mia disposizione i contraenti su cui contavo pronti a firmare con me questo stesso contratto. Se lei lo vuole, signor Zeno, stracciamo questo contratto. Io non ci tengo. Le ridò tutta la sua libertà. Ma però esigo di avere in confronto anch’io resa la libertà subito oggi. Da oggi io non rimetterò piú piede nel suo ufficio.»

Mi girò la testa. Stavo forzandomi di rassegnarmi di perdere l’ufficio. Ecco che da un momento all’altro mi veniva proposto di riaverlo intero con tutte le sue noie, le sue responsabilità, e tanta schiavitú. Come potevo da un momento all’altro ritrovarmi in tale nuova posizione: Non era possibile, questo intesi subito. E vedendo che l’Olivi, deciso, stava avvicinandosi al tavolo ove giaceva il contratto, forse per stracciarlo, urlai: «Il contratto è ormai firmato e tocca a lei, signor notaio, di difenderlo. Io non ho mai proposto di annullarlo».

E qui tentai di ridere per fermarmi e pensare ancora a quanto volevo dire. Trovai. Vittoriosamente urlai: «Io volevo soltanto provarle che lei non ha trattato come doveva con un vecchio. Si poteva ottenere la stessa cosa lasciando fuori alcune di quelle clausole. E non m’importa ora neppure che sieno cancellate. Una volta che ho saputo che lei quelle clausole pensava, il male era già fatto: Irrimediabilmente».

Brusco e sicuro l’Olivi disse: «Non si poteva fare altrimenti. Me lo creda, signor Zeno».

«E allora sta bene» dissi io. «E non parliamone piú.» M’accinsi ad uscire. Ma poi ritornai ancora una volta sui miei passi per stringere la mano al notaio ed anche un’altra volta all’Olivi. Che diavolo! Si era o non si era gentiluomini. Ma quando ebbi afferrata la mano dell’Olivi la lasciai subito cadere come se ne fossi stato scottato. Bisognava essere gentiluomini e perciò non si doveva simulare un’amicizia che non si sentiva.

Uscii presto perché pareva che l’Olivi avesse voglia di accompagnarmi. Volevo essere solo. Tante volte nella solitudine avevo saputo rimettermi, consolarmi, riacquistare la