Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/434

Da Wikisource.



LE CONFESSIONI DEL VEGLIARDO


Il 2 Gennaio 1927 il signor Giovanni Respiro scriveva in un libro che aveva acquistato per dedicarlo alle proprie memorie: “Io nacqui il 19 dicembre 1861. Ma quando nacqui in modo tanto chiaro da poterlo ricordare? Io credo che ciò sia avvenuto nel 1866. Avevo tanto desiderato di andare alla scuola e finalmente vi andai. Giunto alla scuola devo però essere stato offeso, seccato o minacciato da qualche conscolaro o dal maestro perché ricordo che m’attaccai alla porta che conduceva alla scala d’uscita e perciò al posto piú vicino alla mia casa ed a mamma mia. Vi restai per delle ore perché non mi permisero di uscire dalla scuola ma neppure seppero strapparmi di là. Non volevano degli scandali e mi lasciarono piangere a quel posto di un pianto dapprima violento che poi si mitigò perché mi lasciarono solo, solo, attaccato a quella maniglia. Nella solitudine il pianto s’affievolí. Forse io lo continuavo soltanto per essere piú pronto a riprenderlo quando fosse capitato qualcuno. Cosí il mio chauffeur lascia camminare il motore quando ci fermiamo per breve tempo onde risparmiarsi la pena di rimetterlo in movimento”.

Ma il giorno appresso ebbe il desiderio di correggere questo primo breve squarcio. Intanto era vero che qualcuno alla scuola lo aveva offeso: Gli parve invece di ricordare che dopo di aver tanto desiderato di andare a scuola, una volta che fu costretto di allontanarsi dalla mamma, il soddisfacimento del suo desiderio gli parve un’avventura atroce. “Ma posso raccontare questo?” si chiese il vecchio. “Non crederanno che io dalla nascita in poi sia stato uno stupido?" Avendo tanti anni era molto difficile di ricordare la propria nascita.

E dopo alcuni giorni fu anche peggio. Egli cominciò a dubitare di essere proprio nato con quel pianto. Prima c’erano