Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/450

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caccia e la pesca e perciò derideva e disprezzava Cima e stavo a sentirla con piacere come difendeva con tanta brutalità la dolcezza ch’era il nostro destino e ch’io non sapevo difendere perché me ne vergognavo. Essa gli diceva: «Assassino!». E poi spiegava che aveva anche il carattere dell’assassino. Ammazzava solo per depravazione perché in ciò simile al suo cane da caccia, non amava mangiare la selvaggina che gli ripugnava. Odiava le povere bestie anche dopo morte. E concludeva: «Ma non potevi tu restare nel tuo Abruzzo?».

Cima sorrideva: «Nell’Abruzzo non ci sono tante bestie come qui». E, contento di aver trovata la buona risposta, passava all’attacco: «Ma tu perché mangi le bestie che tanto compiangi?».

«Quando son morte quale altro compenso si può dare loro?»

E tutt’e due m’amavano. Antonia mi sentiva simile a sé: Fratello perché parlavo il suo dialetto e perché non ero mai stato a caccia. Non aveva niente in contrario provassi. Certo sarebbe stata l’ultima volta perché andando con quell’assassino di Cima avrei visto subito cose orrende. Essa c’era stata una volta sola e in sua presenza il Cima aveva inflitto al cane che non subito aveva voluto obbedire una pallinata nella schiena. La povera bestia aveva guaito da far pietà ma, zoppicando, aveva dovuto continuar a lavorare. Poi un chirurgo aveva proposto di levargli i pallini che s’erano arrestati sotto alla pelle, ma il Cima aveva rifiutato la proposta dicendo che per non dimenticare una lezione un cane doveva portarla eternamente con sé. «A te occorrerebbe la lezione eterna» diceva con odio Antonia. «Io confido che prima o poi quello schioppo tirerà nella direzione segnata dalla giustizia di Dio.»

Cima rideva ed io protestavo. Ma ogni parola della dama popolana, mi pareva una carezza. Ero là io, proprio un esempio come dovesse essere fatto un uomo meritevole dell’amore di Antonia.

Ma anche Cima mi voleva bene. Si aspettava sempre di prendermi sotto di sé per l’istruzione della caccia e mi vi preparava. Si attese tanto tempo perché io allora m’ero proposto