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IL MIO OZIO

Ma il presente non può essere espresso da una data, quella dell’oggi. Come si può dedicarsi alla descrizione della giornata appena trascorsa? Si può nella propria vita avere avuto una giornata di guerra, importante per il rumore che comporta e il rischio, ma per descriverla bisogna parlare solo a chi sa tutto quello che la precedette, a incominciare col raccontarla. È vero ch’io racconto tutto per me solo: Ma mi mancano le giornate campali. Proprio mi mancava: È perciò forse che tante mie giornate si agglutinano in una sola: Mi alzai quest’oggi (o anche ieri o prima) sono uscito, sono rientrato; dopo la colazione dormii di un sonno ristoratore, risi di mio figlio Alfio che, serio, serio, dipinge come in passato, di mia figlia vedova che continua ad irrorarmi delle sue lagrime e di mia moglie che al momento di uscire venne a porgermi la guancia al bacio come trenta o quasi quarant’anni or sono, bacio ch’io concessi con tanta distrazione che dovetti pensare: “Dacché non la tradisco piú non so nemmeno piú baciarla”. E non credo neppure che questo pensiero si sia formato oggi perché dev’essere nato quando con la piccola Ersilia si chiuse la mia carriera di amatore. Quel pensiero dev’essermi venuto col primo bacio che poi diedi a mia moglie, fredda, mancante dello scopo di farmi perdonare un trascorso.

Perciò, forse perciò feci male a rinunciare alle donne. È il vero modo per invecchiare. È possibile che — come dicono i medici — alla mia età l’amore possa danneggiarmi, e per questa paura lo lasciai, ma è certo che se nella vita vivrò piú a lungo, quando poi mi toccherà infine di abbandonare questa vita potrò dire di rinunciare a poca cosa. Che cosa sono io quest’oggi? Un padre, un nonno, uno zio. Mi designano per le mie relazioni con altre persone che sono attualmente i veri protagonisti in casa mia. È grande la mia virtú adesso.