Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/67

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colo del proposito e piccolo per tenere tanta bellezza. Siena? Diecimila fiorentini ammazzati in un giorno!), Perugia (le volte, Assisi vicina e i campi verdi coi greggi bianchi, tutto un paese che sta aspettando un altro santo). Ma il Borlini non lo lasciò pensare piú oltre. «Dieci volte!» esclamò. «Io lasciai Milano durante questo mese, e siamo al venticinque, ben dieci volte. E non me ne dico stanco, perché, per essere ben fatto, il dovere dev’essere un piacere.»

Oh! Questa, poi, era grossa! Se il dovere fosse il piacere, allora non ci sarebbe merito. Egli, l’Aghios, aveva il vanto di aver fatto tutta la sua vita il vero dovere, abbandonando i suoi cari pensieri, le sue care fantasie, il vero piacere. Se lo avessero lasciato in pace, egli avrebbe percorso il mondo, non per guardarlo, ma per trovare maggiore stimolo a staccarsene, abbellirlo e offuscarlo. Anche il figliuolo suo diceva che ognuno a questo mondo faceva quello che doveva e perciò lui si divertiva, mentre altri (il signor Aghios) soffriva. C’era sicuramente una differenza! Ma dove?

Non protestò. Tutta quella conversazione non gli sembrava una vera conversazione. Perché avrebbe dovuto faticarsi a discutere? Si moveva la bocca cosí, per dar tempo al treno di procedere.

«Ella è dunque un viaggiatore di commercio?» domandò tanto per dire qualche cosa.

«Macché!» disse il Borlini con disdegno per chi non meglio lo giudicava. «Io sono l’ispettore viaggiante di una società d’Assicurazioni.»

Il signor Aghios s’inchinò, come per congratularsi dell’alta carica. Ispettore! Era tutt’altra cosa di commesso viaggiatore!

Si vedevano in distanza, sotto la montagna, le luci di una borgata ai piedi di una collina. Luce tranquilla, immota! Del resto una luce lontana è sempre tranquilla, è sempre immota! Può soffiare il vento e, se non l’estingue, è come quella delle stelle; brilla con la tranquillità di un colore (se ce ne fossero di tanto brillanti). E per qualcuno in quella borgata doveva esserci il turbine. Ma la lontananza è la pace.

Ma bisognava intanto muovere la bocca e il signor Aghios