Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/80

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a meno di ricordare che una persona che lo conosceva pochissimo, poco prima lo aveva designato di poeta. Come si scoprivano cose e persone in viaggio!

Il biondino sospirò: «Dio sa quello ch’io farò a Venezia fino alla mezzanotte, l’ora del mio treno».

«Anche lei parte alla mezzanotte?» domandò il signor Aghios.

«Sí» disse il biondino. «Vado per un affare a Gorizia e domani ritorno a Udine.»

«E allora vuole che attendiamo il treno insieme? Io devo andare in piazza San Marco per una mezz’oretta. Se vuole tenermi compagnia, io la invito!»

Il senso dell’ultima dichiarazione non ammetteva dubbio. Parve che il biondino volesse sottolineare l’evidente significato. «Io la ringrazio della sua generosità, ma non vorrei disturbarla.»

Doveva conoscere bene il signor Aghios, quel biondino. Con quella sua risposta aveva proprio messo la firma a un contratto ed il signor Aghios aveva la religione del contratto. Quando egli aveva detto una parola vi si sentiva legato e inchiodato. Ora egli la parola d’invito l’aveva detta e l’altro aveva fatto segno di averla intesa. Non c’era la possibilità di ritirarsi.

Perciò il signor Aghios insistette. L’altro non ancora accettò.

Oramai ci si trovava in piena laguna. Da lontano si vedevano le luci di Murano che il signor Aghios tanto bene conosceva. Si fermò dall’insistere per parlare al suo nuovo amico di Murano e dei suoi vetri.


IV

VENEZIA


Uscirono dalla stazione dopo di aver messo le loro due valigette nel deposito contro una sola ricevuta.

Il signor Aghios aveva un piano ben definito. Avrebbe voluto andare col vaporino fino alla Riva del Carbon e da lí