Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/82

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per moversi e arrivare alla riva. Gridò a un suo vicino di moversi, ma l’altro dimostrò con parole vivaci di non poterlo fare. Infine Bortolo prese la sua decisione. Disse: «El sior Aghios xe abituà alla laguna e lo go visto far tuto el Rio della Canonica saltando de barca in barca. Lu po’ (e si rivolse all’ignoto amico del signor Aghios) non so come che el se ciama, ma so che el xe zovine e el pol anca lu far sto salto. Vegno a aiutarli». Ritornò alla prima barca ormeggiata1 alla riva e s’inginocchiò a poppa per offrire il suo braccio saldo in appoggio al signor Aghios che con facilità montò sulla peata. Fu seguito dal compagno un po’ esitante. Piú difficile fu il passaggio sul leggero sandalo che pur bisognava varcare. Anzi il giovine fu in procinto di cadere in acqua e trascinare seco Bortolo. Fu un brutto attimo da cui Bortolo uscí illeso e il giovanotto si fece male al ginocchio che era andato a battere sull’orlo del sandalo.

Bortolo non finiva piú di esprimere il suo dispiacere per l’avvenuto. Diceva che non aveva saputo di aver da fare con un uomo che non conosceva le barche. «Me dispiase tanto. So che dolor ch’el xe de fracassarse l’osso sacro del zenocio.»

Il nuovo amico del signor Aghios s’era accomodato nella gondola e si fregava ancora il ginocchio. Mormorò: «Non fa nulla. È stato proprio per colpa mia. Avrei dovuto far meglio attenzione.» E al signor Aghios, che anche lui s’informava come si sentisse, disse che non valeva la pena di parlarne.

Poi, mentre la gondola s’avviava sull’acqua trasparente, illuminata dagli ultimi bagliori dimenticati del sole già sparito, una sorpresa dolce, una carezza, venendo dal lungo viaggio traverso la campagna autunnale, il signor Aghios diede ordine a Bortolo di portarli in piazza per la via piú breve. Al ritorno sarebbero passati per il Canal Grande.

«Io mi chiamo Giacomo Aghios» disse il signor Aghios volgendosi al suo vicino. Probabilmente era stato spinto a questa presentazione dall’osservazione fatta poco prima dal gondoliere di non sapere il nome del giovanotto.

  1. Nel ms. tale parola è illeggibile.