Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/87

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che il posto lasciato libero dal Meuli sarebbe stato occupato da un altro Meuli, ma questo Meuli qui non aveva nessuno che lo avrebbe rimpianto troppo acerbamente. Lasciava alcune povere sorelle che finalmente con la sua morte si sarebbero arricchite.

Il Meuli era stato compagno di scuola nelle elementari a Trieste. Poi aveva cominciata una sua vita avventurosa traverso tutto il mondo. Egli non amava parlarne molto, ma si diceva ch’egli fosse stato persino aguzzino di schiavi sull’isola di Giamaica. Insomma era ritornato a Trieste senza un soldo e scalcinato. Portava con sé qualche cosa d’altro: Sapeva parlare correntemente sette lingue senza saperne scrivere una sola. Il signor Aghios, che pur sapeva l’inglese, rimase stupito al sentirlo discorrere in quel linguaggio con un cliente. Come pronunzia pareva che la parola uscisse da una bocca anglo-sassone. Era probabile ch’egli non conoscesse che quelle poche parole che proprio gli occorrevano, per salutare e imbrogliare, ma era tuttavia meraviglioso per il signor Aghios che studiava da tanti anni l’inglese e che quando apriva la bocca era come se l’avesse tenuta chiusa perché nessuno l’intendeva.

Il moderno pirata aveva portato a casa anziché il sasso con cui addobbare la propria casa, sette lingue con cui costruirla. Ma bisognava trovare il modo di sfruttare le sette lingue in luogo ove non fosse domandato di saperle anche scrivere. E con occhio da uccello da preda il Meuli scoperse il punto del globo piú internazionale del mondo, piazza S. Marco. Bisognava calare colà. Ma non era facile, perché sarebbe stato grave arrivarci cosí e senza un soldo in tasca. Qui intervenne l’Aghios con una di quelle sue buone azioni che gli scaldavano la vita: Regalò al Meuli alcuni suoi vestiti, un paio di stivali e della biancheria e contribuí anche a rifornirgli le tasche.

Passarono degli anni e il Meuli fece la carriera chiacchierando con gli stranieri un centinaio di parole per ogni lingua e vendendo loro dapprima dei merletti e poi dei brillanti. Un bel giorno il signor Aghios ebbe per un istante