Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/88

Da Wikisource.

l’animo pieno di gratitudine per sua moglie. Ciò gli avveniva qualche volta. S’accorgeva d’aver pensato poco a lei e nello stesso tempo ch’essa per lui assiduamente aveva lavorato. Quella volta però il caso volle, ch’egli si trovasse in tasca piú denaro del solito. Decise di darle in regalo un vezzo di perle. Non s’intendeva affatto di quegli oggetti il signor Aghios, ma ebbe una trovata: il Meuli era tale suo vecchio amico e gli doveva tanto ch’egli di lui poteva fidarsi. Gli commise perciò l’acquisto e quando il gioiello arrivò lo presentò senz’altro alla moglie. La signora Eleonora gradí il dono, ma nello stesso tempo in cui ringraziò il marito volle saperne il prezzo e urlò subito che il Meuli l’aveva truffato. Quel vezzo di perle rappresenta un’adunanza di perle gobbe dalla gobba di tutte le varie grandezze e in tutte le direzioni.

Il signor Aghios s’adirò e corse a Venezia. Riebbe con facilità i suoi denari ma non gli bastò e volle delle spiegazioni dal Meuli, il quale infine, con una certa tristezza, gli disse che i gioielli non si comperavano per lettera. Specialmente per le perle non bastavano pesi e misure. Ricevendo un ordine simile, l’animo di un vecchio gioielliere naturalmente accettava il raro dono che la Provvidenza gli offriva.

Finché l’affare non fu liquidato, del beneficio antico che il signor Aghios gli aveva reso non fu parlato, ma una volta il Meuli ardí di vantare la sua grande correttezza per cui subito aveva accettato di annullare un grande affare conchiuso. Il signor Aghios non poté sopportare in silenzio una cosa simile e gli ricordò il suo beneficio che al Meuli aveva reso possibile di calare a Venezia ad afferrare il suo bottino. Il Meuli socchiuse gli occhi come se avesse voluto costringerli ad un grande sforzo per penetrare nella notte dei tempi. Si ricordò e sorridendo disse: «Era a quel tuo beneficio ch’io dovevo la preferenza che volevi accordarmi? A questo mondo la piú bella posizione è quella di essere un beneficato».

Il signor Aghios rimase incantato dall’osservazione acuta e conservò la sua amicizia all’amico sconoscente. Costui, evidentemente, almeno in una lingua, sapeva dire delle cose