Pagina:Svevo - La coscienza di Zeno, Milano 1930.djvu/166

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— Anch’io penso d’iniziarli dopo essermi sposato.

Essa rise di cuore, ma io m’accorsi che perdevo il mio tempo, perchè non era con tali scipitezze che si poteva conquistare una moglie e la pace. Bisognava essere serii. Qui poi era facile perchè venivo accolto tutt’altrimenti che da Ada.

Fui veramente serio. La mia futura moglie doveva intanto sapere tutto. Con voce commossa le dissi:

— Io, poco fa, ho indirizzata ad Ada la stessa proposta che ora feci a voi. Essa rifiutò con sdegno. Potete figurarvi in quale stato io mi trovi.

Queste parole accompagnate da un atteggiamento di tristezza non erano altro che la mia ultima dichiarazione d’amore per Ada. Divenivo troppo serio e, sorridendo, aggiunsi:

— Ma credo che se voi accettaste di sposarmi, io sarei felicissimo e dimenticherei per voi tutto e tutti.

Essa si fece molto seria per dirmi:

— Non dovete offendervene, Zeno, perchè mi dispiacerebbe. Io faccio una grande stima di voi. So che siete un buon diavolo eppoi, senza saperlo, sapete molte cose, mentre i miei professori sanno esattamente tutto quello che sanno. Io non voglio sposarmi. Forse mi ricrederò, ma per il momento non ho che una mèta: vorrei diventare una scrittrice. Vedete quale fiducia vi dimostro. Non lo dissi mai a nessuno e spero non mi tradirete. Dal canto mio, vi prometto che non ripeterò a nessuno la vostra proposta.

— Ma anzi potete dirlo a tutti! — la interruppi io con stizza. Mi sentivo di nuovo sotto la minaccia di essere espulso da quel salotto e corsi al riparo. C’era poi un solo modo per attenuare in Alberta l’orgoglio di a-