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Pochi giorni dopo, Guido ritornò da Bologna con le migliori notizie. Il direttore della casa di salute garantiva una guarigione definitiva a patto che Ada trovasse poi in casa una grande quiete. Guido riferì con semplicità e bastevole inconscienza la prognosi del sanitario non avvedendosi che in famiglia Malfenti quel verdetto veniva a confermare molti sospetti sul suo conto. Ed io dissi ad Augusta.

— Ecco che sono minacciato di altri baci di tua madre.

Pare che Guido non si trovasse molto bene nella casa diretta da zia Maria. Talvolta camminava su e giù per l’ufficio mormorando:

— Due bambini... tre balie... nessuna moglie.

Anche dall’ufficio rimaneva più spesso assente perchè sfogava il suo malumore imperversando sulle bestie a caccia e a pesca. Ma quando verso la fine dell’anno, ebbimo da Bologna la notizia che Ada veniva considerata guarita e che s’accingeva a rimpatriare, non mi parve che egli ne fosse troppo felice. S’era abituato a zia Maria oppure la vedeva tanto poco che gli era facile e gradevole di sopportarla? Con me naturalmente non manifestò il suo malumore se non esprimendo il dubbio che forse Ada s’affrettava troppo a lasciare la casa di salute prima di essersi assicurata contro una ricaduta. Infatti quand’essa, dopo breve tempo e ancora nel corso di quello stesso inverno, dovette ritornare a Bologna, egli mi disse trionfante.

— L’avevo detto io?

Non credo però che in quel trionfo ci fosse stata altra gioia che quella da lui tanto viva di aver saputo prevedere qualche cosa. Egli non augurava del male ad