Pagina:Svevo - La coscienza di Zeno, Milano 1930.djvu/400

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— Eccola riconquistata al nostro affetto!

Allora si rivelò quale era, cioè falso e simulatore, perchè se egli avesse guardata meglio in faccia la povera donna, si sarebbe accorto che invece che al nostro affetto essa veniva consegnata alla nostra indifferenza. La faccia di Ada era male costruita perchè aveva riconquistate delle guancie ma fuori di posto come se la carne, quando ritornò, avesse dimenticato dove apparteneva e si fosse poggiata troppo in basso. Avevano perciò l’aspetto di gonfiezze anzichè di guancie. E l’occhio era ritornato nell’orbita ma nessuno aveva saputo riparare i danni ch’esso aveva prodotto uscendone. Aveva spostate o distrutte le linee precise e importanti. Quando ci congedammo fuori della stazione al sole invernale abbacinante vidi che tutto il colorito di quella faccia non era più quello che io avevo tanto amato. Era impallidito e sulle parti carnose si arrossava per chiazzette rosse. Pareva che la salute non appartenesse più a quella faccia e si fosse riusciti di fingervela.

Raccontai subito ad Augusta che Ada era bellissima proprio come era stata da fanciulla ed essa ne fu beata. Poi, dopo di averla vista, a mia sorpresa essa confermò più volte come se fossero state evidenti verità le mie pietose bugie. Essa diceva:

— E’ bella com’era da fanciulla e come lo sarà mia figlia!

Si vede che l’occhio di una sorella non è molto acuto.

Per lungo tempo non rividi Ada. Essa aveva troppi figliuoli e così pure noi. Tuttavia Ada e Augusta facevano in modo di trovarsi insieme varie volte alla settimana, ma sempre in ore in cui io ero fuori di casa.