Pagina:Svevo - La coscienza di Zeno, Milano 1930.djvu/402

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non ha un emolumento fisso non possa essere considerato quale un impiegato, ma qualche cosa di simile ad un padrone. Quando fu ben convinta, naturalmente restò della sua opinione perchè allora scoprì che non avrei perduto niente se avessi cessato di frequentare quell’ufficio dove sicuramente avrei finito col diffamarmi commercialmente. Diamine: la mia fama commerciale! Fui anch’io d’accordo ch’era importante di salvarla e, per quanto essa avesse avuto torto negli argomenti, si conchiuse che dovevo far com’ella voleva. Consentì ch’io terminassi il bilancio poichè l’avevo iniziato, ma poi avrei dovuto trovare il modo di ritornare al mio studiolo nel quale non si guadagnavano dei denari, ma nemmeno se ne perdevano.

Feci però allora una curiosa esperienza su me stesso. Io non fui capace di abbandonare quella mia attività per quanto lo avessi deciso. Ne fui stupito! Per intendere bene le cose, occorre lavorare di immagini. Ricordai allora che una volta in Inghilterra la condanna ai lavori forzati veniva applicata appendendo il condannato al disopra di una ruota azionata a forza d’acqua, obbligando così la vittima a muovere in un certo ritmo le gambe che altrimenti gli sarebbero state sfracellate. Quando si lavora si ha sempre il senso di una costrizione di quel genere. E’ vero che quando non si lavora la posizione è la stessa e credo giusto di asserire che io e l’Olivi fummo sempre ugualmente appesi: soltanto che io lo fui in modo da non dover movere le gambe. La nostra posizione dava bensì un risultato differente, ma ora so con certezza ch’esso non legittimava nè un biasimo nè una lode. Insomma dipende dal caso se si viene attaccati ad