Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/314

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non dico, perchè solo allora la cura sarà riuscita.

Un’altra volta io scrissi con lo stesso proposito di essere sincero che anche allora si trattava di una pratica di igiene perchè quell’esercizio doveva prepararmi ad una cura psicanalitica. La cura non riuscì, ma le carte restarono. Come sono preziose! Mi pare di non esser vissuto altro che quella parte di vita che descrissi. Ieri le rilessi. Purtroppo non vi trovai la vecchia Dondi (Emma, sì, Emma), ma tante altre cose vi scopersi. Anche un avvenimento impor tante che non vi è raccontato ma che viene ricordato da uno spazio rimasto vuoto in cui naturalmente s’inserisce. Lo registrerei subito se ora non lo avessi dimenticato. Ma non va perduto perchè rileggendo quelle carte certamente lo ritroverò. Ed esse sono là, sempre a mia disposizione, sottratte ad ogni disordine. Il tempo vi è cristallizzato e lo si ritrova se si sa aprire la pagina che occorre. Come in un orario ferroviario.

È certo ch’io feci tutto quello che vi è raccontato, ma leggendone, mi sembra più importante della mia vita che io credo sia stata lunga