Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/315

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e vuota. Si capisce che quando si scrive della vita la si rappresenti più seria di quanto non sia. La vita stessa è diluita e perciò offuscata da troppe cose che nella sua descrizione non vengono menzionate. Non vi si parla del respiro finchè non diventa affanno e neppure di tante vacanze, i pasti e il sonno, finchè per una causa tragica non vengano a mancare. E invece nella realtà ricorrono insieme a tante altre tali attività, con la regolarità del pendolo e occupano imperiose tanta parte della nostra giornata che non vi resta posto per piangere e ridere eccessivamente. Già per questa ragione la descrizione della vita, una grande parte della quale, quella di cui tutti sanno e non parlano, è eliminata, si fa tanto più intensa della vita stessa.

Insomma, raccontandola, la vita si idealizza ed io m’accingo ad affrontare tale compito una seconda volta, tremando come se accostassi una cosa sacra. Chissà come nel presente guardato attentamente ritroverò qualche tratto della mia giovinezza che le mie gambe stanche non mi permettono di inseguire e che cerco di evocare perchè venga a me. Già nelle poche righe che stesi la intravvidi, mi invase in modo da arri-