Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/73

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addirittura tangibilmente. Ma non aveva da usare riguardi a quella bambina. Gli bastava d’indurla a venire per gettarla fuori dal proprio destino; e per nettare il suo destino da una presenza tanto incomoda a lui sembrava non occorresse altro che di poter dirle chiaramente (più chiaramente di quanto avesse potuto farlo in passato): — Per quanto mi concerne, ti domando d’essere virtuosa con me e con tutti. — Poi sarebbe stato facile di non pensarci più.

Cercò la quiete col rendere definitiva la propria risoluzione. Trovò il modo di spedire quel biglietto senza farlo passare per le mani della sua infermiera. L’appuntamento era per il giorno appresso nelle ore tarde del pomeriggio. Le prime ore erano dedicate a cure.

Ritornò alla finestra. Nel desiderio di nettarsi la coscienza di ogni rimprovero riandò col pensiero la storia delle relazioni colla giovinetta. Sarebbe stato strano di attribuirle una importanza. Troppo facile era stato di avere quella giovinetta. Un’avventura comunissima. Non nella sua vita, però, e anche importante per la giovinezza e la beltà della fanciulla. — È certo — pensò il vecchio — che gli altri so-