Pagina:Svevo - Senilità, 1927.djvu/284

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Il Balli propose di chiamare il medico. — È inutile — disse la signora Elena che da quel rossore aveva capito a qual punto si fosse.

— Inutile? — domandò Emilio spaventato di sentir ripetuto da altri il proprio pensiero.

Infatti, poco dopo, la bocca d’Amalia si contrasse in quello strano sforzo in cui pare che da ultimo anche i muscoli, inetti a ciò, vengano costretti a lavorare per la respirazione. L’occhio guardava ancora. Ella non disse più alcuna parola. Ben presto al respiro s’unì il rantolo, un suono che pareva un lamento, proprio il lamento di quella persona dolce che moriva. Pareva risultato da una desolazione mite; pareva voluto, un’umile protesta. Era infatti il lamento della materia che, già abbandonata disorganizzandosi, emette i suoni appresi nel lungo dolore cosciente.


XIV.

L’immagine della morte è bastevole ad occupare tutto un intelletto. Gli sforzi per trattenerla o per respingerla sono titanici, perchè ogni nostra fibra terrorizzata la ricorda dopo averla sentita vicina, ogni nostra molecola la respinge nell’atto stesso di