Pagina:Svevo - Una vita, 1938.djvu/285

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Attraversò la piazza, assente in mezzo al frastuono delle venditrici di frutta e d’erbaggi. Si trovava circondato da crocchi di domestiche che facevano le loro provviste. Tranquille, avevano l’aspetto franco cui l’oretta d’indipendenza dava loro diritto. Qualche padrona o qualche signorina passava affaccendata accompagnata dalla fantesca. Egli non chiedeva di passare; attendeva a lungo che i gruppi si sciogliessero per lasciargli libera la via o anche che una singola di quelle persone, vestita trascuratamente ma gli stivaletti neri, lucidi, spostasse il grande ombrello, per fargli posto. Nel suo stato d’animo era lieto di dover camminare tanto lentamente. 

Ma egli si trovava in città allorché Francesca lo aveva avvertito di quanto stava per succedere e l’impressione da lui provata allora era stata tanto debole. Certo! Egli aveva fatto bene a partire e anche allora lo riconosceva perché non aveva mica dimenticato tutte le ragioni che lo avevano indotto a quel passo! Dunque perché sorpresa e dolore e gelosia? 

Quello che ancora poteva sorprenderlo era che la scelta fosse caduta su Macario. Annetta non aveva dimostrato mai una grande simpatia per il cugino, e a sua volta Macario aveva parlato di Annetta in modo che si poteva credere che l’amasse e desiderasse, ma non che avesse l’intenzione di sposarla. Odiava pur tanto le facoltà matematiche di Annetta e le sue pretensioni e i suoi capricci! Ragionevolmente doveva spiacergli che Macario divenisse il marito di Annetta piuttosto che un altro perché Macario era o era stato suo amico e questa relazione rendeva piú difficile il suo contegno. Si vedeva invitato a nozze o magari scelto da Macario a testimonio! Come romanzo non sarebbe stato male, ma in realtà quante noie e quante finzioni! 

Non era questo che lo affliggeva. Con se stesso non sapeva mentire. Soffriva di gelosia, un dolore acuto, un profondo avvilimento, ed era cosa molto sciocca. Soffriva dei risultati dell’opera sua! Dacché egli aveva abbandonato Annetta, nulla avrebbe dovuto addolorarlo di quanto seguiva dalla sua rinunzia fatta da lui liberamente, e se anche nessuno ne aveva saputo, doveva bastare al suo orgo-