Pagina:Svevo - Una vita, 1938.djvu/293

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tono sentito dell’amico che si conduole. Disse che sentiva profondamente il dolore di Alfonso essendo anche lui recente dell’identica sventura e raccontò commosso della morte della propria madre. 

Cambiando di tono raccontò ad Alfonso delle novità della città, le stesse cose che gli erano state raccontate da Prarchi. Fumigi ammalato e Annetta promessa sposa. Non aveva l’intenzione di rendere Alfonso geloso o di apportargli dispiacere e sembrava avesse del tutto dimenticato che in altra epoca egli lo aveva ritenuto aspirante alla mano di Annetta. 

Trovava che il matrimonio di Annetta con Macario era bellissimo, come condizione e stato dei due sposi, e come statura, e volle con tutta ingenuità che Alfonso si dichiarasse del medesimo parere. 

— Oh! certo un bellissimo matrimonio! — disse Alfonso molto convinto. 

Ridendo, Miceni aggiunse: 

— A te toccheranno ora delle seccature. Quale amico di casa dovrai fare delle visite di felicitazione, forse dei regali di nozze. 

Lasciò Alfonso piú turbato che mai. Infatti, se altro a lui in proposito non veniva detto, era segno che si voleva ch’egli si contenesse in modo da non destare sospetti, come il solito, come se nulla fosse avvenuto. Avrebbe dunque dovuto fare ancora almeno una visita in casa Maller e sarebbe stata ben altrimenti imbarazzante che non la prima. All’occasione avrebbe anche dovuto avvicinarsi a Macario per stringergli la mano. Tutte cose da far gelare il sangue. 

Il lavoro lo distrasse. Vi era ingolfato fino agli occhi. Sapeva ancora il metodo ma gli mancava la mano, cosí che per procedere con qualche rapidità dovette dare al suo lavoro tutta l’attenzione. Quando verso sera la penna finalmente cominciò a scorrere piú rapidamente, egli provò una specie di riconoscenza per il lavoro meccanico sul quale aveva passato tanto bene quella giornata che già s’era rassegnato a qualificare quale una delle piú brutte della sua vita. Anche cessato di lavorare, si sentiva piú tranquillo