Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/12

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LIBRO PRIMO 5

dio Marcello, nipote di sorella, giovanetto, al pontificato e alla curule edilità; e Marco Agrippa, ignobile, buon soldato, compagno nella vittoria, a due consolati alla fila: e morto Marcello il si fe’genero. A Tiberio Nerone e Claudio Druso, figliastri, aggiunse titoli d’imperadori1, quando ancora erano in casa sua Caio e Lucio, nati d’Agrippa, da lui fatti de’Cesari, e in vista di recusare, ardentemente desiati dirsi principi della gioventù2, e destinarsi consoli così fanciulli in pretesta. Morto Agrippa, Lucio Cesare andando agli eserciti di Spagna, e Caio tornando ferito d’Armenia, furono da morte acerba, o trama di Livia lor matrigna rapiti: e prima era morto Druso; così de’ figliastri restò solamente Nerone. Ogni cosa a lui si rivolgeva: egli fu fatto figliuolo, compagno dell’ imperio e del tribunato, e mostrato agli eserciti tutti, non come già per artificj della madre, ma con sollecitarne alla libera il vecchio Augusto, di lei sì perduto3, che nell’isola della Pianosa cacciò Agrippa Postumo, nipote unico,

  1. Nel proprio significato di degnità, non di dominio: imperadori d’esercito, non di Roma.
  2. In Roma dinanzi alla chiesa de’ Santi Apostoli è questo epitaffio:

    OSSA
    C. CAESARIS AVGVSTI F. PRINCIPIS
    IVVENTVTIS.

  3. Livia domandata con che arte ella avesse sì preso Augusto, rispose: „Con l’osservare una squisitissima onestà; fare ogni voler suoi lietissimamente; non voler sapere tutti suoi fatti; non vedere nè sconciare i suoi amorazzi„. Impara qualunque se’, moglie strebbiatrice, borbottona, salamistra e gelosa: questa postilla tocca a te.