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Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/14

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LIBRO PRIMO 7

vecchi per le guerre civili: e chi v’era più che avesse veduto repubblica?

IV. Rivoltato adunque ogni cosa, non vi si rivedeva costume buono antico: ognuno abbassato aspet-

    gue, come ’l maestro fa il discente, il ballo il suono, il canto le note; bisognerà per legger correttamente zazzera o zizzania metter quadruplicato fiato, rompersi una vena del petto, e scoppiare, o leggerle scorrettamente. Lodovico Martelli nella sua Lettera al Card. Ridolfi, ove egli delle aggiunte lettere alla lingua italiana trassina male il Trissino, non consente che si raddoppii mai questa lettera, per le ragioni quivi addotte. Prisciano di simil cose biasima i Romani, che essendo doppio il loro I consonante, lo raddoppiavano quando era tra due vocali, Majius, Pompejius, ed eran forzati nel genitivo a scrivere Maiii, Pompeiii; e piaceva tale errore a Cesare, e altri, come spesso a chi si diletta, per sostener sottigliezza, contrastare a natura. Ma senza dubbio, come le parole debbono esser ritratti, e non scorbj, de’ concetti dall’animo; così le lettere delle parole. Ma se il ritratto non somiglia, che vale? I Franzesi parlano in un modo, scrivono in un altro: perchè quella lingua (dice il Perionio) ha origine dalla greca, conservatasi più nella loro scrittura che nella favella. Così ritenevano i nostri antichi molta scrittura latina, philosophia, actione, letitia, optimo, pecto, annuntio. Meglio, secondo la pronunzia, scriviamo noi filosofia, azione, letizia, ottimo, petto, annunzio, perchè questa lingua, se ben nata della latina, è oggi allevata e si regge e va senza il carruccio o appoggio di quelle lettere che, non si pronunziando più, sono imbarazzo da levar via; come le centine e l’armadura, quando la volta ha fatto presa. Finalmente la lingua volgare è latina scorretta; la correzion sua passata in uso s’è convertita in sua naturale essenza; contr’alla quale il semidotto, che troppo vuole ortografizzare, cacografìzza come mettendo l’H dove ella non si pronunzia, non si serve, e possiamo fare senz’ella; e come scrivendo a lo, de lo, fa mi, de la bella, de la casa, d’Avanzati per allo, dello, fammi, della bella, della