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216 DEGLI ANNALI

e anche di quella molto perdè nell’ultima vecchiaia, che l’acciaio era logorato, e non sapeva rimanersene.

LIII. Agrippina rodendosi, ammalata e visitata da Cesare, dopo lungo piagnere, e non parlare, lo punse e insieme pregò: „Soccorresse di marito l’abbandonata. Essere ancor fresca donna; le oneste non aver altro conforto; esser nella città1 chi avrebbe di grazia ricevere la moglie e i figliuoli di Germanico:„ Ma Cesare, che intese quanto importassero quelle dimande; per non mostrar paura nè ira, si partì senza risposta, benché molto richiesta. Questo particolare non è negli Annali. Io l’ho trovato nelle memorie che Agrippina sua figliuola, madre di Nerone imperadore, lasciò di sé e de’ suoi.

LIV. Ma Seiano trafisse l’addolorata, e poco accorta, di spina più velenosa; mandò chi l’avverti, quasi per carità, esserle ordinato veleno: non mangiasse col suocero. Ella, che fingere non sapea, cenandogli allato, nulla per cenni o parole pigliava. Tiberio, che se n’avvide, o gli fu detto, per chiarirsene, lodando certe belle frutte, le porse di sua mano alla nuora; la quale tanto più insospettita, le diè senz’assaggiare, a’ sciavi. Tiberio a lei niente; alla madre voltatosi disse: „Dachè ella m’ha per avvelenatore, non si maravigli se io le farò qualche scherzo.„ Quindi si sparse che l’imperadore cer-

  1. Di questo luogo disperato traggo per disperazione questo sentimento sino a che meglio si corregga. Il chieder marito Agrippina era un chieder la successione, perchè un marito di sì gran donna non poteva non essere imperadore. Però Tiberio scrive sopra a Seiano, che Augusto ebbe animo di maritar Giuba a Proculeio, giovane posato, da non vi aspirare.