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LIBRO PRIMO 23

tero1; servasi sedici anni: non si passi; non si resti all’insegne: il ben servito ci si snoccioli di contanti2 in sul bel del campo. I soldati di guardia che toccano duo danari, e dopo sedici anni se ne tornano, portan forse pericoli più di noi? Non si biasimano le guarnigioni della città; pure tra genti orribili stiamo noi, e veggiamo dalle tende il nemico in viso.„

XVIII. Fremevano i soldati, e s’accendevano rimproverando i lividi, i peli canuti, i panni logori, i corpi ignudi. E vennero in furia tale, che vollon fare delle tre legioni una; ma l’onore del nome, che ciascuno voleva dare alla sua, guastò. Mutato pensiero, piantano insieme le aquile con loro insegne, e rizzano di piote un tribunale3 alto, perchè me’ si vedesse. Sollecitandosi l’opera, Bleso vi corse, e riprendeva, riteneva e gridava: „imbrattatevi anzi del mio sangue: minor male fìa il Legato uccidere, che dall’imperador ribellarvi: o vivo vi terrò in fede, o scannato v’affretterò il pentimento.„

XIX. E pure le piote crescevano, e già erano a petto d’uomo, quando al fine, vinti da pertinacia lasciarono stare. Bleso con parole destre mostrò: „Non dovere essi con sedizioni e scandoli fare in-

  1. Il denario per le guerre fu alzato da’ dieci assi a’ sedici. E pure i soldati toccavano i soliti dieci assi per un denario il giorno: ed erano cinque ottavi di denario all’effetto, cioè al comperarne le cose che a proporzion eran salite di pregio.
  2. Si fatte voci e maniere proverbiose, in bocca a persone basse alterate, molto convengono, e più esprimono: mettono innanzi agli occhi, e fanno la cosa presente.
  3. Rizzare un alto tribunale voleva dire, fare un altro imperadore, dov’egli parlasse all’esercito e rendesse ragione.