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24 | DEGLI ANNALI |
tendere a Cesare i loro desiderj: non avere gli antichi a’ loro imperadori, ned eglino ad Augusto, fatto domande sì nuove. Male avere scelto il tempo a calcare di pensieri il principe a prima giunta. Se pur tentavano nella pace cose nè pur sognate nelle vittorie civili, perchè volerle per forza contro all’usata ubbidienza, contr’alla legge della milizia? Facessono ambasciadori, e loro dessono le commessioni in sua presenza.„ Sia sia il figliuolo di Bleso gridarono, e chiegga la licenza dopo i sedici anni; avuta questa, commetterieno il rimanente. Il giovane andò; e quetarsi alquanto; ma insuperbiti, che il figliuolo del Legato, trottato a difenderli, chiariva bene essersi avuto per filo quello che con le buone non si sarebbe ottenuto.
XX. In questo tempo, le masnade innanzi al sollevamento mandate a Nauporto per acconciare strade, ponti e altro, udendo il tumulto del campo, danno di piglio all’insegne, saccheggiano que’ villaggi, e Nauporto stesso, ch’era come una buona terra. Volendo i centurioni rattenergli, te li pagano di risate, d’oltraggi, di bastone; adirosissimi contr’Aufidieno Rufo, maestro del campo, cui tiran fuora della carretta, carican di fardelli e innanzi cacciatolsi, gli domandano per istrazio; Chenti paressero a lui quei paesi bestiali e lunghi cammini? Conciossiachè Rufo,
stato assai tempo fantaccino, poscia centurione, indi maestro del campo, rinovava la dura milizia antica; da’ lavorii e fatiche non rifinava1, e per averle durate egli, più crudo era.
- ↑ Invictus operis ac laboris. Il testo, onde tutti gli altri derivano, di questi cinque libri, trovato nel 1516 in un