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Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/370

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SUPPLIMENTO AL LIBRO NONO 363

del lucro allettando, e addossandosi il rischio del mare. Gli onori a più sprone aggiunse; a’ cittadini costruttori di navi da traffico accordando franchigia dalla legge Papia Poppea, a’ Latini la cittadinanza, il dritto de’ quattro figli alle donne; che poi intanto variar di leggi, da necessità e dall’uso protetti durarono.

XXXI. A prevenire i mali sul rischio che, rotto il mare, e incagliato il trasporto, altro nuovo caro tornasse, due opere di pari indicibil dispendio, di vario utile ed esito assunse. Che col dare scolo al lago Fucino, tentò indarno accrescer la campagna di Roma da infinite ville qua e là di dì in dì più ritretta; di scialacquo, reo, e contro a lusso, impotente. Con più felicità al porto d’Ostia diè mano, da Divo Giulio più volte stabilito, per difficoltà omesso, a compier serbato all’ottimo Traiano. Calcitravano gli architetti, ma vinse la sovrana autorità. Immenso scavo si fe’ che empissi di mare, con giunta di portentosa invenzione; affondandosi ivi, per ergervi sopra un Faro come l’Alessandrino, la massima delle navi, su cui d’Egitto portata avea Caio di Valicano la guglia, tre ordini all’altezza di torri fabbricativi sopra di pozzolana. Tra ’l lavoro, memorando avvenne raro spettacolo, smisurata orca di fiera dentatura in porto entrando. Più giorni di cuoi satolla, che di Galli a venendo naufragarono, s’affondò nello scavo, a volteggiar inetta. Dietro all’esca correndo, dai Rutti gittata al lido, col dorso fuor d’acqua uscia come nave capovolta. Di stupore pria, indi di trastullo fu il mostro; e più soldati v’ebber zuffa, presente il principe dai pretoriani scortato, a vista del popolo. Selva di lande gli trasser contro i legni, che