Vai al contenuto

Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/385

Da Wikisource.
378 DEGLI ANNALI

manto guerriero. Altri ludi dieder anco d’assenso del senato i deputati a’ teatri.

IV. Spettacoli in vero da principe, a non bruttarsi per onori de’ liberti; regalandosi Poside eunuco dell’insegne tra’ più forti in arme, come a parte della vittoria; permesso ad Arpocrate lettiga per Roma, e dar pubblici spettacoli; marciar prosunse tra’ due consoli Polibio; Narciso, e gli altri liberti per maggior ludibrio del favore, alla fortuna e al principato insultavano; e dal principe che soffria in pace, o anco vi consentia, ottenne Rufo Pollione, prefetto de’ pretoriani, ritratto e seggio tra’ senatori, sempre che Claudio in senato accompagnava; e a non offender colla novità, citava questi l’esempio d’Augusto che lo stesso a Valerio Ligure accordato avea. Più sdegno fe’ Lacone, già prefetto de’ vigili, or reggente delle Gallie, che oltre tali onori, alle consolari fu alzato.

V. Dell’amore o munificenza di Claudio preso il senato, della britannica guerra parla enfatico, ne celebra i fatti, provede all’avvenire; e per allettare a rendersi i nemici, legge emana: Che quanto fa Claudio o suoi Legati, qualunque lor ferma co’ Britanni, ratifica il senato e ’l popolo in perpetuo. Di ciò non vi era d’uopo con Plauzio, che da militar lòde e da sua dignità stimolato, le felici intraprese più felicemente proseguia: e associatosi a’ travagli e alla gloria Vespasiano, la parte limitrofa di Bretagna fe’ provincia: e a governare e a vincere, del pari sperto, colla religione e colle bell’arti que’ selvaggi fe’ bel bello umani.

VI. Or venne nuova che il sì mentovato re Agrippa, repente era morto. In grazia dell’antica amistà