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Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/401

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394 DEGLI ANNALI

che soli bastavano a preda. Si mancava agli oppressi il conforto degli ultimi governi; e gli stessi che moriano, dolersi non sapean di crudeltà in Claudio; e ‘l compiagneano di debole e tutto moglie.

V. Tante stragi, per lei sola piagnendosi, che per abito a libidini, per consorteria di Vitellio, di sue enormità braccio, contro beni e vita altrui scagliavasi impunemente; e bastava per culpa il suo odio. Sì la rovina fe’ di Pompeo Magno, da lei imperversato per sua nobiltà e affinità alla casa sovrana. Tese poscia aguato a Poppea e a Valerio Asiatico; a quella per la gran beltà; per le gran dovizie a questo, e suoi amori con Poppea1, credendo che Valerio Asiatico, stato due volte consolo, già si giacesse con Poppea: e anche adocchiando il giardino che comperato già da Lucullo, egli con superba magnificenza abbelliva, fece lui e lei da Suilio accusare: e Claudio, quasi per Carità avvertire, da Sosibio, aio di Britannico: Che questi tanto ricchi e potenti non fanno pe’ principi: e che Asiatico, principale nella morte di Caio, ardì confessarla in parlamento al popol romano: „E se ne vanta, e vassene per Ruma chiaro: e per le province corre fama ch’ei vada a sollevar gli eserciti di Germania; che come nato in Vienna, e potente por multi e gran parentadi, gli saria facile.„ Claudio, senza altro intendere, spedisce Crispino capitano della guardia, con gente in furia, quasi ad opprimere una guerra: trovalo a Baia, legalo, menalo a Roma:

VI. Non in senato, ma in camera, presente Mes-

  1. (*) Qui rientra Tacito.