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Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/402

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SUPPLIMENTO AL LIBRO UNDECIMO 395

salina, Suilio gli rinfacciò, aver con danari e lussurie corrotto i soldati ad ogni bruttura, adulterato Poppea, servito col corpo suo per femmina. A questo ruppe il silenzio, e disse: „Ti faran fede i tuoi figliuoli, Suilio, che io son maschio.„ Entrato a difendersi, mosse molto a Claudio l’animo e a Messalina le lagrime. Esce, per asciugarle, di camera e comanda a Vitellio, che non lo lasci scappare, e sollecitando la rovina di Poppea, manda a spàventarla di carcere, e indurla a uccidersi, tanto senza saputa di Cesare, che pochi giorni poi, mangiando seco Scipion suo marito, il dimandò: perchè fusse venuto senza la moglie; rispose, esser morta.

VII. Consigliandosi dell’assolvere Asiatico, Vitellio piagnendo, ricordato quanto tempo erano stati amici e divoti di Antonia madre, e quanto Asiatico fatto avea per la repubblica, e in questa guerra di Britannia, e altre cose, che pareano dette per muover compassione, conchiuse potersi al misero far grazia di morte a sua scelta, e Claudio glie la fe’ con eguali parole pietose. Confortandolo alcuni a morte, per digiuno meno aspra. Asiatico disse: „Io vi ringrazio;„ e dopo sue usate cure, lavatosi, mangiato allegramente, dicendo, che gli sarebbe stato più onore esser morto per sagacità di Tiberio o per furore di Caio, che ora per frode d’una femmina, e per la bocca di Vitellio impudica, si segò le vene. E prima veduto il rogo suo, comandò rifarsi altrove, acciò il vapore non abbronzasse le piante: di sì fermo cuore fu sino all’ultimo!

VIII. Ragunato poi il senato, Suilio seguitò d’accusare due illustri cavalieri romani, detti ambo Pie-