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Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/403

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396 DEGLI ANNALI

tra, per aver prestato la lor casa agli abbracciari di Poppea con Mnestere: e a uno di loro fu apposto aver sognato Claudio coronato di spighe voltato allo indietro, e indovinatone carestia. Altri dicono di pampani sbiancati, e pronosticato che il principe morrebbe allo scorcio di quello autunno. Certo è che ambi morirono per un sogno. Crispino ne ebbe trentasettemilacinquecento fiorini d’oro e le insegne di pretore. A Sosibio, soggiunse Vitellio, diasene venticinquemila da che ei dà sì buon precetti a Britannico e consigli a Claudio. Richiesto anche Scipione di sua sentenza, disse, „Sentendo io de’ peccati di Poppea come tutti, fate conto che io abbia pronunziato come tutti„ Con sì gentil temperamento fu marito amorevole e grave senatore.

IX. Suilio continuò di fare accuse crudeli, e molti seguitarono il suo ardimento; perciocchè, mettendo il principe le mani nelle leggi e ne’ magistrati, aperse la via alle rapine: nè vi ebbe mercanzia di più spaccio che i tradimenti degli avvocati. Onde Samio cavalier romano de’ primi, avendo a Suilio dato diecimila fiorini, vedutosi messo in mezzo, s’infilzò in casa di lui in su la spada. Per lo qual caso cominciando C. Silio eletto consolo (della cui potenza e morte dirò a suo tempo), si levan su i Padri, e chieggono si osservi la legge Cincia: Che niuno per difender cause pigli presente, nè paga.

X. Sclamando que’ che n’aspettavan vergogna, Silio contro a Suilio dicea vivamente: Gli antichi dicitori aver veduto, il vero premio dell’eloquenza essere la fama eterna; il fare la reina dell’arti sordida bottegaia esserle troppa macchia, nè potere essere lealtade in chi serve chi più ne dà; difendendosi senza mer-