Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/184

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chè la dappocaggine di Galba accendeva l'ingordigia de' favoriti, posti in sì gran fortuna ; essendo il mal fare , appresso principe debole e leggieri , di poco rischio e di gran guadagno.

XIII. T. Vinio Consolo e Cornelio Lacone Prefetto del Pretorio, guidavano ogni cosa ; nè meno favorito era Icelo liberto di Galba, che gli diè l'anello dell' oro e chiamavanlo Marziano, nome cavalleresco. Questi non erano d' accordo ; nell' altre cose tirava ciascuno de' tre a' suoi fini ; in questa più importante dello elegger successore, erano divisi in due. Vinio voleva Otone; Lacone e Icelo convenivano nel non voler costui , non curando d' un più ch' un altro. Sapeva Galba dal popolo , che nulla tace, che Vinio voleva rimaritar sua figliuola vedova a Otone smogliato ; quinci era l’ amicizia ; e credo che gl' increscesse della repubblica, invano da Nerone liberata: se cadesse in Otone, stato fanciullo male allevato , giovane sfacciato , grato per la conformità delle libidini a Nerone ; che perciò appresso lui, come a consapevole delle sue disonestà, dipositò Poppea Sabina sua meretrice, fin'a che cacciasse Ottavia sua moglie; poscia, per gelosia della medesima, lo mandò sotto spezie di governo in Portogallo. Governò dolcemente, e fu il primo a passare alla parte di Galba; non si stette: e mentre la guerra durò , compari lo più splendido ; vennegli speranza subitana di farsi adottare, e crescevagli ogni dì; favorivanlo i più dei soldati e la Corte di Nerone , come a lui simile.

XIV. L'avviso del sollevamento in Germania, benchè di Vitellio non ci fosse di certo ancor nulla, mise Galba in gran pensiero, ove quella forza s'avesse a gittare : e non confidandosi nella stessa milizia romana ,