Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/185

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pensò di creare il successore ; il che stimava unico rimedio; e chiamati, oltre a Vinio e Lacune, Mario Celso, eletto Consolo, e Ducenio Gemino Prefetto di Roma , e dette poche parole della sua vecchiezza , si fece venire Pisene Liciniano ; piaccessegli il suggetto o spintovi, come alcuni vogliono, da Lacone , fattosi di esso Pisone amico, trattando seco in casa Rubellio Plauto; ma s'infingeva ad arte di noi conoscere: e 'l buon nome di Pisone aggiugneva fede al consiglio. Nato era Pisone di Marco Crasso e Scribonia, sangui nobilissimi: di volto e gesti gravi e antichi; secondo i buoni estimatori severo; chi volea dir male, il dicea burbero. Per queste qualità il popolo ne temeva , all' adottante piaceva.

XV. Presolo adunque Galba per mano , dicono che gli parlò in questa sentenza : » Se io privato ti adottassi per la legge curiata dinanzi a' Pontefici , come s' usa , sarebbe e orrevole a me il mettere in casa mia la progenie di Pompeo e di M. Crasso , e glorioso a te l' aggiugnere alla tua nobiltade i Sulpizj e i Lutazj splendori. Ora io per grazia degl'Iddii e degli uomini fatto Imperadore, mosso da' belli indizj di tua bontade e dall'amore alla patria, quell ' imperio che i nostri passati combatteano con armi, da me conquistato per guerra, ti porgo in pace ; 'imitando il divino Augusto , che fece secondo a sè Marcello figliuolo della sorella, poi Agrippa genero, indi i figliuoli della figliuola, in ultimo Tiberio figliastro. Ma Augusto cercò di successore in casa sua, io nella repubblica ; non per mancarmi parenti o amici in guerra, ma perchè io ho l'imperio non con male arti procacciato : e segno dell' animo mio sia il posporre a te non pure i miei congiunti, ma