Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/192

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a sospetto per li beneficj di Ninfidio; gli altri con la collora del tanto prolungato e disperato donativo; alcuni con la memoria di Nerone e desiderio di quella licenza ; tutti con lo spavento dell' aver a mutar milizia.

XXVI. Questo morbo s'appiccò ancora ai soldati nostri e degli aiuti, poichè si seppe per tutto, l'esercito di Germania esser di dubbia fede. E sì pronti furono a levare in capo i corrotti, e i buoni a lasciarli fare; che alli quattordici di gennaio, tornando Otone da cena, furon per levarlo di peso; ma i pericoli della notte, i soldati alloggiati per tutta Roma, il poter male quelli ubriachi accordarsene, li ritennero; non per carità della repubblica, cui essi digiuni trattavano di macchiar col sangue del proprio principe, ma ciò, presentandosi al buio, un altro a' soldati di Pannonia o di Germania non fusse eletto in cambio d'Otone. Di questa sedizione scoppiarono molti indizj ; e furono oppressi da' consapevoli : a Galba ne pervennero alcuni ; e Lacone Generale, tutto al buio degli animi de'soldati, nimico di ogni consiglio non suo, benchè buono, caparbio contra i più saggi, gli fe' svanire.

XXVII. Alli quindici di gennaio, sagriflcando Galba dinanzi al tempio d'Apolline, Umbricio indovino vi conobbe male interiora, vicino tradimento, nimico in casa; ascoltante Otone, ivi presente e rallegratesi che tutto faceva per lui. Poco stette a venire Onomasto a dirgli che l'architetto e i capomaestri l'aspettavano; voleva dire, secondo s' erano indettati, che i soldati e tutta la congiura era in punto. Egli disse quivi, che comperava alcune case vecchie e per ciò volea farle vedere : e appoggiato a