Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/317

Da Wikisource.

incolpavan d'errore e poca prudenza; il nominar Vespasiano sfuggivano e circoscrivevanlo. Rossio Regolo impetrò da Vitellio in barbagrazia il rimanente del consolato di Cecina, che era un sol dì, ridendosi ognuno di chi il diede e di chi il ricevè. L'ultimo d'ottobre fece le parole del prenderlo e del renderlo. Notavano i pratichi, che Consolo un sol di fu anche Caninio Rebilo a tempo di C. Cesare dettatore, quando si sollecitavano i premj della guerra civile; ma far nuovo Consolo, se quel che sedeva non era prima disfatto per legge, non s' era udito mique.

XXXVIII. In quei dì si fece gran dire della morte di Giunio Bleso, seguita, per quanto ritraggo, così: Vitellio ammalato grave nel giardino de' Servilj vide una notte in una torre vicina moki lumi • la cagione intese essere, che Cecina Tusco convitava molti, trai quali era il principale Giunio Bleso: e l'apparecchio e l' allegria e 'l baccano, e l' altre cose gli fnron dipinte maggior del vero. Nè vi mancò chi dicesse : » Tusco e gli altri, ma Bleso più di tutti, festeggiano e giubbilano , mentre il principe ha male ». Quando quelli che specolano i cuori de' principi veggon Vitellio tinto bene da poter dare a Bleso lo scacco, ne lascian la cura a L. Vitellio, che per astio maligno non poteva patire di vederlo per la sua gran fama passare innanzi a sè, macchiato d'ogni bruttura. Apre la camera dell' Imperadore e col figliuol di quello in braccio a lui s'inginocchia: e i domandandoli esso che ciò fusse : » Non portargli (disse) lagrime "e preghi per proprio duolo o pericolo , ma di suo fratello e nipoti. Ridersi di Vespasiano, da tante legioni germaniche7 da tanti vassal