Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/359

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niente tentò, ma il popolo quel gran nome, e sì bel giovile ammirava: e taluno in quella città , non bene ancor chiara e vaga di novità e vanità , facea correr voce che sarebbe un dì Principe. Muciano lo fece corre in mezzo a' soldati : e per fuggir l'occhio della città , quaranta miglia lontano nella Via Appia, segargli le vene. Giulio Prisco, Prefetto del Pretorio sotto Vitellio s'ammazzò per la vergogna , non per necessità. Alfeno Varo sopravvisse a sua poltroneria e infamia. Asiatico , che era liberto , col supplizio da schiavo pagò il fio di sua mala potenza.

XII. In questi giorni, rinfrescando male nuove di Germania ; Roma non parea che le avesse per male. Discorreva d' eserciti tagliati a pezzi , alloggiamenti presi , Gallie ribellate , come di cose che non importassero. Le cagioni di questa guerra , e quanta fiamma levasse di genti straniere e amiche, narrerò da più alto principio. I Batavi , quando abitavano oltre Reno, erano parte de'Gatti: cacciati dalle parti, occuparono l'estrema Gallia, vota d'abitatori: e iusieme l' isola posta tra li stagni, bagnata dall'Oceano a fronte e dal Reno ai fianchi e spalle. Non aggravati dalla potenza Romana, nè da altre leghe, danno all' Imperio solamente uomini e armi. Molto sono esercitati nelle guerre di Germania. In Britannia hanno accresciuto gloria lor fanterie mandatevi , rette per costume antico da' più nobili di lor gente. Hanno buona cavalleria, sì bene instrutta al nuoto, che passano il Reno a cavallo armati in ordinanza.

XIII. Giulio Paulo e Claudio Civile, reali di sangue , sovrastavano di gran lunga a tutti. Fonteio Capitone uccise Paulo . per falsa accusa di essersi