Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/368

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e altri sotto tagliar le mura. Ma le pietre tratte co'mangani nel dificio mal fatto, lo mandaro in fascio ; ordinando graticci e tavole per coprirsi, vi eran lanciate aste ardenti ; e li stessi assaltanti col fuoco assaliti. Dispersiti della forza , si gittaron all' assedio , sapendo esservi da virere per pochi dì, e molte bocche disutili; e speravasi tradimento per la fame e dislealtà delli schiavi 3 o qualche accidente di guerra.

XXIV. Flacco in questo mezzo , inteso l' assedio del campo, vi manda Dillio Vocula, Legato della legion ventiduesima , col fiore delle legioni , perchè egli andasse lungo la ripa a grandissime giornate: e spedisse per le Gallie a chiedere aiuti. Egli pauroso e lento , era in odio a' soldati, che dicevano fuor de'denti: » Aver egli lasciati uscir ì Batavi di Maganza: chiuso gli occhi agli andamenti- di Civile , e chiamare i Germani in suo aiuto ; non esser tanto cresciuto Vespasiano , per opera d'Antonio Primo e Muoiano; alle nimicizie e arme aperte esser riparo; inganno e froda nascondersi ; però non potersi schifare. Civile"mostrar il viso, ordinar la battaglia; Ordeonio in camera e nel letto, comandar l'utile del nimico ; tante schiere di fortissimi armati reggersi da un vecchio infermo. Che non più tosto uccider quel traditore e liberar lor fortuna C virtù da sì fatto malanno ? » Riscaldandosi insieme con questi parlari , gl' infiammò una lettera di Vespasiano, che Flacco , non la potendo nascondere , lesse in parlamento , e mandò prigioni a Vitellio gli apportatori.

XXV. Così mitigati gli animi , s' andò a Bonna, alloggiamento della legìon prima. Il luogo accrebbe T