Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/383

Da Wikisource.

cervello. Autonio Fiamma fu in que' dì condannato di mal tolto a' Cirenesi e bandito per crudeltadi.

XLVI. In quel mentre i soldati pretoriani levaron quasi fiamma di sedizione. Volevano i cassi da Vitellio, stati poi soldati di Vespasiano, riaver il luogo; e li eletti delle legioni ad esser pure pretoriani, domandavano le paghe promesse. Non si potevano i Vitelliani mandar via senza molto sangue. Entrato Muciano negli alloggiamenti , per poter meglio conoscere il servito di ciascuno, fece stare i soldati vittoriosi con laro arme e insegne, spartiti in fra di loro con piccoli intervalli : allora i Vitelliani arresi a Bovile , come dicemmo , e altri cercati per la città e d'intorno, furon quivi condotti quasi ignudi e messi in disparte essi, e se altri soldati germani e britanni, e d' altri eserciti vi erano ; cosa che fece loro in prima i capelli arricciare, vedendosi rinchiusi, ignudi e lordi , con uno esercito al pelo armato e feroce. Cominciatogli poi a sbrancare una schiera qua e una là, tutti impauriro e specialmente i Germani, d'esser così separati per menarli alla mazza; abbracciavano de' compagni i petti, gittavansi al collo, chiedevano gli ultimi baci : e di non esser lasciati soli e patir in pari causa non pari fortuna , raccomandavansi a Muciauo, al principe assente, al ciclo, agli Iddii ; finchè Muciano , dicendogli obbligati tutti al medesimo giuramento , soldati del medesimo Imperadore, levò loro il timor falso : l'esercito vincitore ancor favoriva con grida le lor lagrime. Così finìo quel dì. Pochi di poi, già essendo rassicurati, Domiziano aringo e offerse loro terreni. Ricusaronli e pregavano milizia e soldo, eran preghi che lo sforzavano; però furon ricevuti nel pretorio. Poscia i vecchi o bene