Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/384

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meriti, licenziati con onore ; altri cassati per colpe, or uno, or l' altro spicciolati : modo sicurissimo da indebolir le fazioni.

XLV1I. In Senato per bisogno vero o finto , si pose uno accatto d'un milione e mezzo di oro a'pri\ati. Poppeo Silvano fu deputato a riscuoterlo. Indi a poco svanì il bisogno o l'infinta. Domiziano per legge annullò i consolati che aveva dati Vitellio. A Flavio Sabino fu fatto l' esequie da Censore : grandi esempi , che la fortuna fa alto e basso.

XLVIII. In questo tempo fu ammazzato L. Pisonc viceconsolo: io ne dirò la propria verità, ricercando prima di tali eccessi l'origine e le cagioni. In Affrica la legione e aiuti tenutivi per guardar le frontiere dell' imperio , obbedivano . sotto Augusto e Tiberio , un viceconsolo. Caio Cesare, cervel torbido, e che temea di M. Silano , che tcnea l'Affrica , gli tolse la legione e mandovvi un Legato. Così col dare a due eguale carico e confondere i lor maneggi, mise e accese tra loro discordia e male contese. Le quali accrebbero l ' autorità de' Legati ; o per lo stare nell'ufficio fermi o perchè gl' inferiori più cercano sovrastare; e i viceconsoli di più splendore, pensavano più alla salute che alla potenza.

XLIX. Legato della legione allora era Valerio Festo, giovane spenditore, aspirante a gran cose, parente di Vitellio ; però in gran pensiero. Se Pisone tentò di far novità , o fusse tentato da lui, non si sa ; perchè niuno fu al segreto : e morto Pisone, i più in grazia dell'ucciditore, davano la colpa al morto. Certo è che gli Affricani e i soldati odiavano Vespasiano : e certi Vitelliani fuggitisi di Roma metJevan su Pisone ; mostrandogli essere le Gallie non