Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/401

Da Wikisource.

Tutore in compagnia de'Treviri, lasciata Madama, se n'andò a Bingio, assicuratosi del sito per aver tagliato il ponte della Nava. Ma Sestilio trovato il guado, l' affrontò, e rimase Tutore ingannato e rotto. I Treviri se ne sbigottirono: i plebei, gittate giù l' armi, si sbaragliarono per la campagna: alcuni principali per mostrarsi primai a non voler più guerra, si fuggirono ne' paesi stati in fede romana. Le legioni da Novesio e Bonna, trapassate , come dicemmo, a' Treviri, da sè stesse giuraron fede a Vespasiano. Fatte furon queste cose in assenza di Valentino; il quale dovunque giugneva, infuriando e volendo rivoltare e guastare ogni cosa, le legioni se n' andarono ne' Mediomatrici, nostri collegati. Valentino e Tutore, rimettono in su l' arme i Treviri; ammazzano Erennio e JNumisio Legati; per torsi speranza di perdono, e con maggiore sceleratezza insieme legarsi.

LXXI. Questo era Io stato della guerra quando Petilio Ceriale venne a Maganza , e fece crescer le speranze. Avido di combattere, più sprezzator del nimico , ebe cauto, con ferocità di parole infiammava i soldati per combattere subito ch' ei potesse affrontarlo. Rimanda alle case i giovani comandati per le Gallie, imponendo che dicano, ebe all' Imperio bastano le legioni: tornino i confederati alle cure della pace , tenendo per finita la guerra che era presa dalle destre romane ; la qual cosa rendè i Galli più ubbidienti, perchè, riavuta la gioventù, pagarono i tributi più volentieri ; e faceali l'esser spregiati più pronti al servire. Ma Civile e Classico, inteso che Tutore era rotto, ammazzati i Treviri, ogni cosa in favor a nimici , con paura e fretta rimettono insieme