Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/430

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la bassa e paludosa isola informa di stagno. Navi non v era, nè. da vivere ; e giù per la corrente del fiume se ne andavano gli alloggiamenti.

XXIV. Civile si vantò poi, clie potendosi allora (e i Germani il volevano) disfare le legioni, egli con inganno ne gli distolse. Riscontro n' è, ch' ei s' arrese pochi dì poi, avendo Cenale per segreti messaggi offerto a'Baiavi pace, a Civile perdono ; e confortato Velleda e suoi divoti, a scambiare a grande uopo loro la fortuna della guerra, per tante rovine contraria, ad un bel merito col popolo romano: » A oagion di Civile essere stati ammazzati i Treviri, accesi gli Ubj, spatriati i fiatavi : e trattone che ? ferite, fughe, pianti. Lui essere scacciato, sbandito; grave a chiunque il raccetta. Avere i Germani peccato d' avanzo a passare il Reno tante volte. Non armeggiassero più ; perchè loro essere e colpe , troverieno lddii e vendetta ».

XXV. Mescolava con minacce promesse. E già balenando la fede delli Oltrerenani, dicevano tra loro i Batavi del popolo : » Non doversi cercare maggior rovina; non potere una sola nazione trarre di servitù tutto il Mondo. Le uccise legioni, e arse, che aver fatto se non chiamarne più e più forti? Se essi avevano guerreggiato per Vespasiano, ecco ch'ei dominava il tutto. Se la voleano col popolo romano, quanta parte dell'uman genere esser i Batavi ? Dare i Reti, i Norici, e altri raccomandati, tanti tributi ; essi non altro che virtù e uomini : poco meno che godere libertà: e dovendo patir padroni , esser pure più onorevoli i romani Imperadori che le femmine de' Germani. « I Grandi diceano. »