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Le dentiere adottate sulle varie linee sono di più tipi, che non ci fermeremo a descrivere. Per averne un’idea basta pensare ad una rotaia la quale, invece di aver la superficie liscia, presenti dei larghi intagli che la rendano simile ad un’asta dentata e sia collocata frammezzo alle due rotaie comuni. In questa rotaia centrale fanno presa le ruote dentate di cui è munita la locomotiva e la propulsione può quindi aver luogo anche quando si adottino pendenze del 200 o 250 per 1000, come si fa comunemente su queste linee.

Se la pendenza da superare è ancor più grande si ricorre a dentiere speciali, poste di piatto in guisa che la locomotiva può ingranarvisi dai due lati e restarvi meglio assicurata. Così si fece per la ferrovia, anch’essa sorta in Isvizzera e conosciutissima, che porta alla vetta del Monte Pilato, a 2076 metri sul mare, e tocca la pendenza del 480 per mille.

La massima audacia in questo genere di ferrovie è rappresentata dalla linea destinata a raggiungere la vetta della Jungfrau, posta a 4166 metri sul mare. La linea parte dalla Piccola Scheidegg, ove si collega alle ferrovie che vengono da Interlaken, e si dirige verso la Jungfrau per le montagne Eiger e Monch. Il tracciato è di circa 12 chilometri, il dislivello da vincere di 2102 metri e la pendenza massima prevista del 350 per mille. I due primi chilometri, sino alla stazione di Eigergletscher, non presentano niente di particolare: ma, a partire da questo punto e sino al suo termine, la linea entra in una galleria di 10 chilometri. Su questo percorso si trovano cinque stazioni, costituite da altrettanti allargamenti praticati nella roccia. Nelle tre ultime alcune finestre laterali aperte nel monte permettono, di godere di un colpo d’occhio meraviglioso, su un immenso panorama di nevi eterne e ghiacciai. La linea ora è aperta sino alla stazione di Jungfraujoch, posta a 3764 m. sul mare.

Talvolta occorre superare anche i limiti di pen-